Duemila volontari ripuliscono i torrenti

La Stampa – Sabato 27 settembre 2003

Messi in sicurezza per prevenire esondazioni. La provincia dona un escavatore alla Protezione Civile.

Scatta questa mattina, nelle Valli Colla, Pesio, Gesso e Vermenagna, l’operazione di protezione civile “Castoro-Quattro Valli”, di pulizia e messa in sicurezza degli alvei dei torrenti.

Nell’arco di una settimana (la conclusione è prevista il 5 ottobre) verranno coinvolti negli interventi oltre 2 mila volontari in rappresentanza dei 140 gruppi della provincia di Cuneo.

Nei prossimi giorni nella quattro valli cuneesi giungeranno anche, come osservatori, nuclei di volontari di protezione civile di Rimini e Ferrara e i responsabili regionali della Liguria e della Valle d’Aosta.

Ieri mattina, nel cortile interno del palazzo della Provincia, alla presenza del presidente Giovanni Quaglia e dell’assessore Francesco Rocca, si è tenuta la cerimonia di consegna di nuove attrezzature.

Il Coordinamento Provinciale Volontari di Protezione Civile, rappresentato di Roberto Gagna, ha ricevuto in consegna un escavatore “Massey Ferguson W350”.

Il mezzo gommato e attrezzato per il movimento e recupero legname, sarà già utilizzato questo fine settimana nella mega esercitazione. Lo scorso anno l’operazione “Castoro” aveva interessato l’asta dello Stura: in quindici giorni erano stati puliti 40 chilometri di fiume.

Sempre ieri mattina, nel cortile della Provincia, sono stati consegnati al Comando provinciale dei vigili del fuoco 10 scafandri protettivi e 20 litri di liquido insetticida, materiale che sarà impiegato negli interventi di disinfestazione da vespe e calabroni.

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Mille volontari per il Varaita

La Stampa – Giovedì 11 ottobre 2001

Impegnati a togliere il materiale dell’alluvione 2000

Domenica si conclude l’operazione organizzata da Protezione Civile e Comunità Montana

Iniziata sabato scorso, è in pieno svolgimento l’operazione di protezione civile “Varacho”, che vede impegnati mille volontari della “Granda”, facenti capo a 120 squadre operative.

Studiata a tavolino dalla Comunità montana Valle Varaita e dal Coordinamento provinciale dei volontari della Protezione civile, l’operazione prevede la pulizia del letto del torrente Varaita, nel tratto compreso fra i Comuni di Venasca e Casteldelfino.

I volontari, che agiscono con squadre giornaliere di un centinaio di persone, hanno posto la loro base operativa a Frassino nella Casa di vacanze “Regina Pacis”, di proprietà della Parrocchia Sant’Andrea di Bra.

Sono stati allestiti, per la rimozione del materiale legnoso accumulatosi nell’allubione del giugno dell’anno scorso, che ha provocato ingenti danni, cinque cantieri principali e dieci cantieri mobili.

Le operazioni di pulizia del torrente Varaita iniziano alle 7 del mattino e durano fino alle 18, con una breve pausa per il pranzo. Diversi Comuni della Valle Varaita partecipano all’operazione di protezione civile fornendo mezzi meccanici, preziosi per rimuovere il materiale asportato dal corso d’acqua.

Gli interventi di pulizia del Varaita interessano i territori di Casteldelfino, Sampeyre, Melle, Frassino, Brossasco e Venasca. Per coordinare meglio gli inteventi, sono state allestite due sale radio: una funziona nella sede della Croce Rossa di Sampeyre (per iniziativa del “Soccorso radio Saluzzo”) mentre l’altra è operativa a Frassino, per mantenere i contatti con i volontari in azione nella bassa Valle Varaita.

Tra i gruppi del Saluzzese interessati all’operazione, sono presenti i volontari delle Squadre di protezione civile di Piasco, Costigliole Bellino, Revello, insieme ai Gruppi Ana di Verzuolo, Revello e Barge.

Le operazioni – spiega Roberto Gagna del Coordinamento provinciale di protezione civile – stanno procedendo nel migliore dei modi e saranno concluse nella giornata di domenica, rispettando i programmi.

Un pensiero riconoscimento ed un doveroso ringraziamento – a parlare è Silvano Dovetta, presidente della Comunità montana Valle Varaita – va a tutti i volontari impegnati.

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Rinasce la strada delle “alte vie”

Domenica 28 giugno 1999 – di Gianpaolo Marro

L’antica rotabile militare dai forti del Colle di Tenda raggiunge Monesi grazie ai volontari della Protezione Civile

La strada è panoramica, ma non consente vere distrazioni, se non dopo essersi fermati: “corre” lungo strapiombi, s’insinua in mezzo ad ampi valloni e passa a ridosso di pareti rocciose, superando muri di sostegno, avvallamenti e punti piuttosto esposti.

E’ il collegamento militare in quota fra Monesi e i “Tre Amis” di Limone.

Dopo anni di abbandono, danni per le nevicate e conseguenti rischi per l’incolumità di chi affrontava il percorso, il coordinamento della Protezione civile ha avviato l’operazione “Alte vie”, che prevede la sua messa in sicurezza.

Il campo base è al colle dei Signori a 2100 metri d’altezza. In questi giorni d’inizio estate i volontari stanno lavorando in una decina di cantieri lungo i venti chilometri di strada.

Le opere di ripristino, consolidamento dei muri di sostegno, pulizia e di rimozione di pietre, terra e vegetazione che “occupano” la strada hanno già interessato 5 km di carreggiata […].

La messa in sicurezza dell’itinerario militare-turistico -decisa dall’Amministrazione provinciale – permetterà di recuperare un percorso straordinario, che parte dai forti del Colle di Tenda e, senza mai scendere a valle, raggiunge Monesi attraverso il Bec Roux, castel Scevoilai (a 2373 metri), Castel Filippi (2139), colle dei Signori (nel gruppo del Marguareis), colle delle Valli (2098), colle del vescovo, Briga Alta (1841), il Tanarello e il Saccarello.

Quest’opera – spiega Roberto Gagna, presidente del coordinamento provinciale di Protezione civile (la sede è in corso Nizza 21 a Cuneo) – rappresenta un patrimonio comune e collega la tradizione alpina con la realtà di un turismo moderno, alla ricerca di nuovi percorsi all’insegna della natura incontaminata.

Il percorso andrà ad aggiungersi ad altre strade di alta quota che attraversano zone altamente panoramiche […].

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Dal campo profughi di Kukes sono tornati i volontari cuneesi

La Guida – Martedì 13 aprile 1999

Il ricordo dell’esperienza segna ancora i volti di questi uomini

Al di là dell’attività svolta, delle tende montate, dei viveri distribuiti, dei chilometri percorsi, dei profughi assistiti e del lavoro massacrante, quello che colpisce veramente è la profonda commozione, le lacrime che bagnano gli occhi di uomini grandi e grossi (che dovrebbero ormai essere vaccinati a tutte le esperienze) al solo ricordo della prima settimana di aprile, passata a contribuire ad allestire il campo profughi di Kukes, piccolo centro albanese al confine col teatro di guerra.

Nel corso della conferenza stampa di venerdì scorso, i volti di Roberto Gagna, Antonio Giordanengo, Aurelio e Piero Demaria, Elio Delfino e Guido Sava hanno detto molto di più delle parole e della presenza dei tanti politici convenuti.

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