L’esperienza di Cristiano Marengo nel Vax day di Rodello
La Gazzetta d’Alba – domenica 2 gennaio 2021, di Davide Gallesio
Vaccini – Della macchina che si è avviata nelle prime ore del 27 dicembre per la consegna delle fiale di vaccino contro il Covid-19 hanno fatto parte anche loro: i volontari della Protezione Civile; da Narzole proveniva la squadra che ha recapitato il farmaco alla Residenza di Rodello, dove è stato inoculato a settanta pazienti.
Cristiano Marengo 44 anni, nella vita di tutti i giorni dipendente comunale, era alla guida del furgone assieme al collega Roberto Alessandria 53 anni.
«La nostra giornata è iniziata con la sveglia alle cinque», racconta Marengo, volontario da vent’anni, segretario e tesoriere del Coordinamento provinciale, la struttura che dirige i 3.500 uomini affiliati nella Granda, durante le emergenze.
«Ci siamo ritrovati a Bra con la seconda squadra, composta da Claudio e Gabriele Casale, incaricata di portare le fiale al Santa Croce di Cuneo: alle 7.30 eravamo all’ospedale Amedeo di Savoia a Torino».
Qui il primo impatto con il Vax day: «Non abbiamo realizzato subito l’importanza della giornata: i giornalisti erano ovunque, spuntavano da ogni angolo».
Assieme alle altre squadre, convenute da tutto il Piemonte, Cristiano e Roberto (responsabile del Nucleo telecomunicazioni del Coordinamento provinciale) hanno ricevuto la scatola con il farmaco: «Le dosi sono state prelevate da un frigo e inserite in un contenitore studiato per mantenere la catena del freddo».
Alle 8.30 la partenza, destinazione Rodello: al casello di Marene il cambio della scorta, «i Carabinieri di Alba sono subentrati a quelli di Torino e ci hanno condotti, per strade secondarie fino a Rodello: avevamo poco tempo».
Il momento più toccante, i due volontari, lo hanno vissuto poco dopo le 10, con l’ingresso nella casa di riposo: «Leggevamo nello sguardo degli ospiti mesi di desiderio di normalità e di visite dei parenti. In quel momento abbiamo realizzato che non trasportavamo solo un vaccino ma una speranza per tutti noi».
La consegna delle due scatole (in una i kit con le siringhe per le iniezioni), al direttore della struttura: «Dovevamo affidare il vaccino alla persona indicata: il contenitore aveva un microchip con un sensore e una scheda che registrava la temperatura interna.
Quando siamo arrivati abbiamo asportato il dispositivo e stampato i dati relativi alla conservazione: non ci sono state anomalie nel trasporto».
Davide Gallesio
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!